Il paracetamolo, principio attivo contenuto in moltissimi e famosi farmaci, viene utilizzato da moltissimo tempo come febbrifugo. I suoi utilizzi, però, si estendono anche alla sfera del dolore: agisce infatti come antidolorifico, alleviando sia disturbi "semplici" come il mal di testa che forme di dolore più acute, in associazione ad altri farmaci (come FANS e analgesici oppiacei).
Viene considerato un farmaco sicuro alle dosi consigliate, tuttavia può portare danni gravi al fegato (anche se ci si attiene alla prescrizione medica), soprattutto se associato ad alcol --> principale causa di overdose da farmaco e di insufficienza epatica in Occidente.
Credo valga la pena soffermarci un momento sul fatto che il paracetamolo deriva dal catrame.
Dopo questo attimo di silenzio, continuiamo elencando pregi e difetti.
Il paracetamolo non irrita le pareti gastriche, influisce sulla coagulazione e non compromette la funzionalità renale, MA un uso definito "massiccio" comporta una diminuzione ed una calcificazione dei reni, oltre che a possibili sanguinamenti gastrici. Può però essere utilizzato in gravidanza e in età pediatrica.
Nel 2008, The Lancet, importante rivista medica, ha pubblicato uno studio interessante: la somministrazione di paracetamolo ad un campione di 200000 bambini in 31 paesi diversi, ha rivelato una maggiore incidenza di attacchi asmatici in bambini di 6-7 anni e di rinocongiuntivite ed eczema in bambini di 1, 6 e 7 anni.
Numerose e "misteriose" perplessità sono sorte riguardo alla veridicità di questi dati, tanto che l'organo regolatore del Regno Unito, la Medicines and Healthcare products Regulatory Agency, ha scritto:
I risultati di questa nuova ricerca non fanno emergere la necessità di alcun modifica delle indicazioni terapeutiche per l’uso in età pediatrica. Il paracetamolo rimane un analgesico sicuro e appropriato per i bambini. Questa ricerca non offre prove sufficienti che ci inducano a modificare le indicazioni riguardanti l’uso degli antipiretici per i bambini.Sono confermati, però, i danni epatici e renali di questo principio attivo.
Dosaggio: secondo la Farmacopea degli Stati Uniti, la dose massima gionaliera non deve superare i 4000mg al giorno (con singola dose non superiore ai 1000mg), mentre secondo la Farmacopea Italiana, la dose massima è di 2600mg al giorno, con le opportune riduzioni nel dosaggio a soggetti con insufficienza epatica.
Nonostante tutto, è considerato un farmaco di prima linea per la lotta al dolore cronico.
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