Gli insegnamenti delle popolazioni antiche possono essere
rispolverati e utilizzati da tutti noi. Esse avevano infatti la grande fortuna
di essere ancora in contatto con la Natura, cosa che nell'Era moderna si è
persa quasi del tutto.
Sciamani
pellerossa, Sudamericani e Africani, aborigeni australiani e Druidi europei
(coloro che divennero i "maghi" e "stregoni" del MedioEvo),
conoscevano l'anima delle piante e, per questo motivo, gli utilizzi che ne
facevano si sono dimostrati corretti nei giorni nostri con studi scientifici.
Come
facevano, allora, a sapere come utilizzare quelle piante su uomini e
animali?
La
cosiddetta similitudine magica delle segnature (Similia
similibus curentur) era quella pratica, nata nel Medioevo ma già conosciuta
dai guaritori precedenti sparsi per la Terra, utilizzata dai curatori antichi,
che permetteva loro di curare le diverse patologie seguendo le somiglianze tra
la forma e il colore di foglie, frutti, fusti, radici e gli organi e gli
apparati del corpo umano, dato che il Creatore aveva impresso
su ogni pianta un simbolo che, codificato, avrebbe permesso il suo corretto
utilizzo.
Sebbene questa pratica non abbia un fondamento scientifico, l'esatta corrispondenza, oggi dimostrata, tra il loro ragionamento e la corretta applicazione dimostra, secondo me, una conoscenza superiore della Natura ed una capacità di osservazione a cui, oggi, non ci avviciniamo assolutamente.
Sebbene questa pratica non abbia un fondamento scientifico, l'esatta corrispondenza, oggi dimostrata, tra il loro ragionamento e la corretta applicazione dimostra, secondo me, una conoscenza superiore della Natura ed una capacità di osservazione a cui, oggi, non ci avviciniamo assolutamente.
Per darvi degli esempi di applicazione
dimostrati scientificamente:
- la Pulmonaria officinalis ha le foglie macchiate di bianco che ricordavano agli antichi i polmoni, motivo per cui veniva utilizzata per risolvere patologie respiratorie come catarro, bronchiti, polmoniti, ecc.
- il Biancospino (Crataegus laevigata e Crataegus monogyna) offre un rimedio per le punture con le sue stesse spine: applicando infuso o idrolato di biancospino sulla ferita, la spina tende ad uscire da sola.
- piante con fiori gialli (come la Calendula officinalis o il Taraxacum officinalis) venivano usate per curare l'ittero (come la Curcuma) e altre patologie del fegato, come depurativi.
- Il potente olio di Iperico (Hypericum perforatum), in cui i fiori vengono messi a macerare in olio al Sole, rendendo il liquido rosso, veniva usato come cura per ferite aperte e profonde proprio per il suo colore rosso sangue. Inoltre, avendo i petali perforati, doveva senz'altro servire come cicatrizzante.
- I frutti della Portulaca, che ricordano la forma dei reni, venivano usati proprio per patologie renali.
- Melograno, Cardamina e le pigne, simili rispettivamente ad una bocca e ai denti, servivano per curare le patologie dentarie.
- L'Equisetum arvense, simile ad una colonna vertebrale, era utilizzato per curare patologie come le spondilodiscoartrosi, ecc ecc.
- Il Taraxacum officinalis, oltre al colore dell'infiorescenza, ha la forma dei "petali" che ricorda l'irradiazione dei lobi epatici. Quindi depura il fegato e fecilita l'eliminazione della bile in eccesso.
- Le foglie dell'Eucalipto sono lunghe e cadenti e ricordano i lobi dei polmoni. Sono note infatte le sue proprietà espettoranti, favorenti l'eliminazione del catarro e la liberazione di bronchi e prime vie aeree.
- La Chelidonia, anch'essa dai fiori gialli, presenta capacità di eliminazione della bile.
....CONTINUA
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